abusivismo edilizio

Attualità e storia dell’abusivismo edilizio: quando si configura realmente?

Uno dei problemi che, storicamente, riguarda il nostro paese, è sicuramente il fenomeno dell’abusivismo edilizio. Un malcostume italiano che continua a crescere col passare del tempo: se nel 2005 riguardava l’11% degli edifici dello Stivale, ora sfiora quasi il 20%. Un corposo aumento del 10% che esplica, chiaramente, come questo problema sia lungi dall’essere risolto. Un fenomeno tipicamente italiano, assai diverso fra le varie macroaree: se al Nord riguarda il 7% delle abitazioni, nel centro-italia sfiora il 19%. Ma la zona più colpita è sicuramente il Mezzogiorno, dove l’abusivismo colpisce il 47% della abitazioni. Quasi una casa su due.

Trentino Alto-Adige virtuoso, Campania maglia nera: quando si configura un abuso edilizio?

Fra le regioni più virtuose spiccano Trentino Alto-Adige (1,4%), Friuli Venezia-Giulia (3,3%), Lombardia (4,3%) e Piemonte (4,4%); la regione peggiore del Nord Italia, con un abusivismo edilizio del 13% (il doppio della media della parte settentrionale dello Stivale), è la Liguria. Nel Centro Italia, invece, spicca il dato delle Marche (7,2% contro una media del 18,8%), mentre l‘Abruzzo, con un abusivismo del 25%, affossa la media dell’intera area. Nell’Italia meridionale, la migliori performance vengono registrate da Sardegna (18%) e Puglia (24%), mentre la maglia nera spetta alla Campania (50%) seguita a stretto giro di posta da Calabria (46%) e Molise (45%). Il vero dato allarmante del Mezzogiorno, però, riguarda come il fenomeno si sia espanso nell’ultimo decennio: dal 24% del 2007, il miglior dato nella storia del Sud, si è passati all’attuale 47%. Il doppio.

Numeri che fanno intendere, a prima vista, come le amministrazioni comunali siano diventate più “benevoli” nei confronti di chi commette questo reato. Ipotesi, però, parzialmente vera. Nelle varie rilevazioni statistiche, infatti, vengono spesso inclusi immobili dichiarati abusivi pur non essendolo, oppure siano solo difformi e, di conseguenza, possono essere sanati senza incorrere in ulteriori sanzioni amministrative o pecuniarie.

La legge, in tal senso, parla chiaro. Qualora venga notificato un abuso edilizio, quindi, è buona norma rivolgersi ad un esperto legale, che sia in grado di assistere adeguatamente il titolare dell’immobile. Non tutti gli studi legali, però, possono fornire un’adeguata consulenza in una materia complessa come l’abusivismo edilizio. L’avvocato Lillo Moscato, come ben esplicato nel sito studiolengalemoscato.com, è in grado di supportare al meglio i propri assistiti anche in questo delicato ambito, grazie alla pluriennale esperienza maturata e alla collaborazione di qualificati e preparati professionisti.

Storia dell’abusivismo in Italia: i condoni sono lo strumento più adatto?

La storia dell’abusivismo in Italia parte da lontano. Ed è nata quasi novant’anni fa. Ad aprire le danze, infatti, fu Benito Mussolini, che varò un imponente piano urbanistico ricco di difetti di ogni genere e tipo. D’altro canto, l’esigenza abitativa era una problematica importante del paese. E il Duce, per ingraziarsi il popolo, guardò più alla forma che alla sostanza, creando svariati edifici in sfregio, spesso, a qualsiasi regola.

Non andò meglio anche nei vent’anni successivi alla caduta del regime: adottando le stesse motivazioni del Duce, l’Italia continuò a creare edifici non a norma. L’arrivo di un maggior benessere per la classe media, però, non diminuì il fenomeno. Anzi, addirittura lo aumentò, in netta controtendenza con quanto avviene solitamente negli altri paesi, dove questa problematica è diminuita nei periodi di maggior prosperità economica.

Un tema molto dibattuto in questo ambito, poi, rimane quello dei condoni edilizi. Il primo ad attuarlo fu Bettino Craxi nel 1985, che lo promulgò per sanare una situazione, all’epoca, che stava assumendo dei contorni di dimensioni significative, anche se a beneficiare di questa sanatoria non furono solo i privati cittadini ma anche le organizzazioni criminali.

Nove anni dopo, durante il proprio primo mandato a Palazzo Chigi, Berlusconi legiferò il secondo condono edilizio della storia del nostro paese, che replicò, a distanza nuovamente di nove anni, nel 2003. A causa dell’ampliarsi del fenomeno, si è diffusa la convinzione che, presto o tardi, il nostro paese sarà toccato da un quarto condono. Ma al momento, non sussiste alcuna concreta possibilità che venga attuato.

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