cbd

La marijuana dal punto di vista scientifico

Molto spesso, si utilizzare il termine marijuana senza sapere esattamente cosa si chiama in causa. Nelle prossime righe, abbiamo cercato di capire qualcosa di più in merito.

Marijuana: di cosa si tratta

Quando ci si chiede che cos’è la marijuana, è opportuno specificare che, ogni volta che si chiama in causa questa parola, si inquadra una sostanza psicoattiva. Da cosa viene ottenuta? Dalle infiorescenze femminili della pianta di canapa (si può parlare sia di canapa sativa, sia di cannabis indica, sia di cannabis ruderalis). Per questo, i termini “marijuana” e “canapa” non possono, cosa che invece spesso accade, essere considerati dei sinonimi.

Discutere di marijuana significa, per forza di cose, aprire la parentesi dell’etimologia. Oggi come oggi, l’origine precisa di questo termine, entrato nel linguaggio comune, è ancora sconosciuta. Interessante a tal proposito è il fatto che, in zone del mondo come il Messico e altri Paesi dell’America meridionale, la parola “marijuana” veniva spesso utilizzata per indicare le piante di cannabis indiana.

Data questa doverosa premessa, vediamo come viene prodotta la marijuana e quali sono i suoi effetti sul corpo.

Come viene prodotta la marijuana

La marijuana viene prodotta a seguito dell’essiccazione delle foglie, dei fiori, degli steli della cannabis sativa. Entrando nel vivo del processo di produzione ricordiamo che, alla base di esso, c’è la raccolta delle cime di cannabis, che avviene nei mesi estivi, per la precisione al termine della stagione più calda e lunga dell’anno.

Dopo la raccolta, soprattutto se sono di alta qualità le infiorescenze vengono mantenute intatte. In casi diversi, si presentano visivamente sotto forma di trinciato e possono essere di diversi colori, tra i quali è possibile citare il verde, il grigio, ma anche il marrone.

Non abbiamo citato i semi, ai quali va dedicato un attimo di attenzione. Per quale motivo? Per un fatto molto semplice: la loro presenza nella marijuana è considerato indice di scarsa qualità del processo di produzione.

Varietà di marijuana

Conoscere la marijuana significa ricordare il fatto che ne esistono diverse varietà. Quali, di preciso? Ecco alcune tra le più famose:

  • California Haze
  • Lemon Haze
  • Purple Haze
  • White Widow
  • Super skunk

Contenuto di THC e CBD

Chi, negli ultimi anni, si è approcciato al mondo della cannabis – e lo ha fatto soprattutto grazie alla Legge 242/2016 – ha sentito parlare di THC e CBD. Nel primo caso, si ha a che fare con il principio attivo psicoattivo per eccellenza. Nel secondo, invece, con un cannabinoide conosciuto anche con il nome di cannabidiolo e caratterizzato non solo dall’assenza di effetti psicoattivi, ma anche da proprietà interessanti come quella antinfiammatoria e rilassante. La loro presenza nella cannabis è estremamente variabile. In linea di massima, quando si parla del THC si inquadra una percentuale compresa tra l’1 e il 7.

Attenzione: si tratta di un riferimento di massima! Esistono infatti diverse varietà di marijuana in cui la percentuale di THC può essere molto più alta e, per intenderci, raggiungere anche il 20/22%. In generale, negli ultimi anni, guardando alla situazione globale delle coltivazioni, è stato possibile vedere un aumento generale della percentuale di THC nella marijuana.

Dietro a questo mutamento è possibile trovare un notevole perfezionamento delle tecniche di coltivazione e, in generale, una maggior padronanza delle procedure di ibridazione. Giusto per fare un confronto – che può sembrare sorprendente – la marijuana che è possibile consumare oggi è di gran lunga più potente rispetto a quella che, invece, si consumava negli anni ‘70, decennio fondamentale per la cultura che ruota attorno alla cannabis e per alcuni dei passi di liberalizzazione che sono stati ottenuti in questi ultimi tempi.

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