pubblicità

La pubblicità durante e dopo il lockdown: cosa è cambiato?

La pubblicità cambia assieme alla società e questo è un dato di fatto. Non a caso basta dare uno sguardo agli spot promozionali di venti anni fa per rendersi subito conto di come fossero differenti i linguaggi, gli stili e i limiti del politicamente corretto. Con il lockdown abbiamo assistito ad una tendenza molto netta che ha riguardato piccole e grandi aziende in termini di pubblicità per cui abbiamo chiesto delle impressioni sull’argomento ad una rinomata agenzia pubblicitaria Milano e questo è ciò che è emerso da questa interessante riflessione.

Durante il lockdown

Durante il lockdown le aziende hanno avuto l’esigenza di avvicinarsi alle persone, dimostrando vicinanza e sicurezza oltre ad infondere sentimenti di positività verso il futuro. Molte grandi aziende hanno investito risorse nella promozione di messaggi di fierezza patriottica e di buoni auspici per il futuro mentre altre hanno preferito chiarire la propria regolarità in termini di sicurezza dei prodotti e dei dipendenti. Quindi durante il lockdown abbiamo assistito ad una comunicazione emozionale che ha cercato di calmare gli animi, dissipare i timori e rinforzare i sentimenti di identità e di appartenenza. Non tutte le aziende hanno preso parte a questa tipologia di comunicazione e le ragioni potrebbero risiedere nelle problematiche legate alle chiusure forzate o a un preciso intento comunicativo.

Dopo il via libera alle riaperture

Difatti dopo le riaperture questo tipo di comunicazione emozionale è scemato per far posto ad un ritorno alla normalità tanto auspicato. Quindi dopo il lockdown le aziende hanno scelto di ritornare ad un formato pubblicitario più netto, senza dimenticare di informare le persone sull’importanza del rispetto delle regole per evitare il ripetersi di quanto accaduto nei mesi di febbraio, marzo e aprile. La ragione potrebbe essere legata all’esigenza di correre ai ripari sul bilancio decurtato dalle chiusure imposte e, quindi, dall’esigenza di recuperare i gravi ammanchi economici che hanno investito tutto il settore produttivo e dei servizi.

Cosa ci aspetta per il futuro?

Per il futuro si prospetta uno stile comunicativo attento, vicino alle necessità delle persone. Si tratta di una scelta che va di tendenza tra piccole e grandi aziende perché queste hanno compreso l’importanza di mostrarsi trasparenti, sicuri e affidabili in tempi in cui è l’incertezza a regnare sovrana. Le persone pensano due volte prima di spendere, dall’altro lato, le aziende devono far fronte a questo clima di incertezza tranquillizzando i clienti.

Il web, l’e-commerce, le scelte di acquisto

Si tratta di un circolo vizioso che porterà l’economia del Paese a riflettere a fondo sul destino di piccole, medie e grandi imprese che hanno compreso tutte l’importanza del web come canale di vendita preferenziale. Difatti il mercato dell’e-commerce italiano ha guadagnato per due milioni di nuovi clienti in più durante il lockdown. Si tratta di un dato che non ha lasciato indifferenti le aziende e quindi il futuro si prospetta sempre più digitale in fatto di comunicazione e vendite. Sicuramente il lockdown ha accelerato un processo già in corso per cui bisognerà attendere la fine del 2021 per confrontare i risultati e poter trarre delle conclusioni più precise.

About Redazione

Check Also

salario minimo

“Il salario minimo si può fare subito, senza aspettare Meloni e Salvini, grazie alla Costituzione”

È uno degli effetti dell’articolo 39 della Costituzione, che è rimasto disapplicato. Per estendere a …